Descrizione
Affrontare il tema del bullismo non è facile: è un argomento molto delicato, che causa spesso enormi sofferenze a chi lo subisce, mettendo in crisi interi sistemi familiari e scolastici.
Non si è fatta intimidire Claudia Sfilli, insegnante e scrittrice, autrice di L'Urlo (L'Orto della Cultura Casa Editrice) un'opera che si rivolge agli adolescenti e a tutti coloro che, per vergogna e fragilità, nascondono la loro pena nel silenzio.
Il romanzo sarà presentato venerdì 28 marzo 2025 alle ore 20:30 presso la Sala del Municipio di Fonzaso, per il tramite della Biblioteca Civica.
Claudia Sfilli.
Claudia Sfilli da sempre coniuga il lavoro di insegnante a quello di scrittrice. Tra le sue prime pubblicazioni spicca l'albo illustrato per l'infanzia Parola di Nerone (Arka, 2010), che mette in evidenza temi quali la paura e il dolore che l'essere diversi portano con sè e la fatica nell'integrazione con gli altri.
A seguire "Se mi dai una monetina", la raccolta di racconti "il respiro del Capricorno" e i romanzi "L'ora più silenziosa" e "L'urlo".
Da sempre molto vicina ai giovani, per alcuni anni ha collaborato con il quotidiano Messaggero Veneto curando la rubrica di corrispondenza con i ragazzi, nell'inserto MV Scuola.
Ha inoltre trattato i temi del bullismo e della violenza di genere, consigliando ai ragazzi di fermarsi a pensare per poter meglio cogliere la realtà che li circonda.
L'Urlo.
Virginia insegna lettere in un liceo. A metà anno scolastico nota in Alice, studentessa della IV C, un comportamento anomalo e un forte calo di rendimento.
Sempre attenta ai problemi dei suoi studenti, coglie in quel cambiamento un segnale che conosce bene. In quella ragazza rivede sè stessa adolescente, timida ma orgogliosa, oggetto dello scherno feroce di un gruppo di studenti di quarta che la perseguitano fino al punto di toglierle la voglia di vivere.
Il passato allora ritorna vivo e si intreccia con il presente... Virginia decide di andare a fondo. Vuole trovare la causa dei brutti segni sulla schiena della studentessa, dei suoi repentini sbalzi di umore, del suo deperimento fisico, ma non solo.
Ma Virginia ricorda la vergogna e la solitudine che avevano accompagnato la sua pena, oltre al momento in cui la sopportazione aveva raggiunto il limite. Ricorda l'urlo che l'aveva liberata.
Ci sarà sempre chi usa la propria forza contro i più deboli. Ciò che possiamo fare non è eliminare i carnefici, ma dare forza alle loro vittime.